Preambolo dell'Accordo di Parigi sul clima  
Note
    Le Parti che sottoscrivono questo Accordo hanno concordato i successivi 29 articoli, dopo aver considerato che:    
 
    siamo Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC), d'ora in poi chiamata "la Convenzione"    
    perseguiamo la Piattaforma di Durban 2011 per un'Azione Rafforzata   che ha costituito il gruppo di lavoro sul testo dell'Accordo e della Decisione di COP che lo vara
    perseguiamo l'obiettivo della Convenzione e siamo guidati dai suoi principi, incluso il principio di equità e il principio di responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse circostanze nazionali   e quindi l'accordo non sostituisce la Convenzione
riconosciamo la necessità di una risposta efficace e progressivamente crescente alla minaccia urgente del cambiamento climatico basata sulla migliore conoscenza scientifica disponibile Il lavoro dell'IPCC è incluso in tale conoscenza scientifica. La scienza (e quindi anche le sue evoluzioni) è posta a base della risposta, ad esempio nell'identificare il totale delle emissioni compatibili con gli obiettivi dati dal documento, ma in realtà anche nel valutare i danni che già certi livelli di concentrazione in atmosfera possono causare (e dove e a chi). La fiducia nella scienza è parte integrante della cultura di questo accordo.
    riconosciamo i bisogni specifici e le circostanze speciali dei paesi in via di sviluppo, particolarmente quelli che sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dei cambiamenti climatici (come già fece la Convenzione)    
    prendiamo in conto in pieno i bisogni specifici e le situazioni speciali dei Paesi meno sviluppati al fine dei finanziamenti e del trasferimento tecnologico   "Least Developed Countries", che sono il gruppo più povero ed arretrato dei paesi in via di sviluppo. La lista all'11 dicembre 2015 è qui.
    riconosciamo che i Paesi possono essere colpiti non solo dal cambiamento climatico ma anche dall'impatto di risposte prese per farvi fronte   nota cautelativa introdotto ad esempio a vantaggio dei paesi esportatori di petrolio che dipendono da tali introiti in misura preponderante e che possono quindi ad esempio essere aiutati a diversificare le loro economie
         
    enfatizziamo l'intrinseca relazione che le azioni, le risposte e gli impatti hanno sull'accesso equo allo sviluppo sostenibile e lo sradicamento della povertà    
    riconosciamo la priorità fondamentale di salvaguardare la sicurezza alimentare e porre fine alla fame e le particolari vulnerabilità dei sistemi di produzione alimentare agli impatti del cambiamento climatico  

Questo un punto richiesto a gran voce dalla FAO e da chi è rimasto scottato negli anni passati da un ricorso ai bio-fuel di prima generazione che ha fatto schizzare in alto i prezzi dei prodotti alimentari (ad esempio perché era più profittevole usare il mais per produrre energia che per sfamare le persone).

Questo punto raccorda inoltre il testo ai primi due grandi Obiettivi universali di sviluppo sostenibile.

         
    riconosciamo gli imperativi di una giusta transizione della forza lavoro e la creazione di lavori decenti e lavori di qualità in accordo alle priorità di sviluppo definite a livello nazionale   Questi i punti più richiesti dai sindacati dei lavoratori e dall'Organizzazione mondiale del lavoro (ILO)
         
    riconoscendo che il cambiamento climatico è una questione comune dell'umanità, i Paesi dovrebbero, quando agiscono per affrontarlo, rispettare, promuovere e considerare i loro obblighi sui diritti umani, il diritto alla salute, i diritti dei popoli indigeni, delle comunità locali, dei migranti, dei bambini, delle persone diversamente abili, di chi è in situazioni vulnerabili e il diritto allo sviluppo, così come l'eguaglianza tra i sessi, il potenziamento delle donne e l'equità tra le generazioni  

L'enfasi sui diritti umani e le loro accentuazioni specifiche vuole preservare da un approccio di
analisi superficiali di costi-benefici che non tengano conto dei diritti delle persone.

L'equità generazionale è una richiesta pressante della Youth Constituency dell'UNFCCC e, ad esempio, dell'Italian Climate Network, che ha recentemente salutato la dichiarazione da parte del Min. Galletti affinché esso rimanesse nel Preambolo.

         
    riconosciamo l'importanza della conservazione e del rafforzamento, quando appropriato, dei pozzi di assorbimento e delle riserve dei gas climalteranti  

Sink and reservoirs of the greenhouse gases referred to in the Convention

Il riferimento è a tutti i metodi di assorbimento del carbonio dall'atmofera in piante, suolo, ecc.

La Convenzione definisce un carbon sink come “come qualsiasi processo, attività o meccanismo per rimuovere gas ad effetto serra, aerosol o un precursore di gas serra dall’atmosfera. Sink di carbonio (carbon sink) sono quindi attività, processi, o meccanismi di rimozione (e sequestro) di biossido di carbonio (CO2) dall’atmosfera“.

         
    notiamo l'importanza di assicurare l'integrità di tutti gli ecosistemi, inclusi gli oceani, e la protezione della biodiversità, riconosciuta da alcune culture come Madre Terra, e notano l'importanza per qualcuno del concetto di "giustizia climatica", quando si agisce rispetto al cambiamento climatico  

nota un po' riduttiva su tre questioni cruciali: l'acidificazione degli oceani (che al contrario della desertificazione non ha una propria Convenzione quadro ma che sta emergendo come drammatica)

il rispetto del valore intrinseco e sacrale della biodiversità a prescindere da un valore economico della sua utilizzazione

la "giustizia climatica" come contestualizzazione non economicista del problema

         
    affermiamo l'importanza dell'educazione, della formazione, della consapevolezza pubblica, della partecipazione pubblica e dell'accesso pubblico alle informazioni e della cooperazione a tutti i livelli sulle questioni in oggetto   gli strumenti
non-di-mercato vengono valorizzati (al contrario degli strumenti di mercato, come il prezzo del carbonio, che erano sottolineati in una bozza precedente del Preambolo)
         
    riconosciamo l'importanza dell'impegno di tutti i livelli di governo e dei vari attori, in accordo alle legislazioni nazionali, nell'affrontare il cambiamento climatico   La governance
multi-livello, cara agli europei e con un significato particolare per gli Stati Uniti, viene contemperata con le richieste dei Paesi dove vi sono pressioni indipendentiste e quindi viene riportata alla legislazione nazionale
         
    e infine riconosciamo che stili di vita sostenibili e strutture di consumo e produzione sostenibile, per i quali i paesi sviluppati assicurano la leadership, giocano un ruolo importante nell'affrontare il cambiamento climatico.  

All'enfasi molto strutturata sulle risposte tecnologiche, implementate anche dal punto di vista finanziario, corrisponde una sola ma cruciale menzione degli aspetti legati alla ridefinizione degli stili di vita, che molti ritengono essere il cuore del problema.

Che i paesi sviluppati siano portatori maggiormente di tali stili è molto improbabile, piuttosto occorrerebbe che alcune modalità di vita frugale ma felice che connota alcune situazioni di paesi a PIL più basso si diffondessero anche altrove.

Questo paragrafo sottolinea inoltre l'importanza del cambiamento nelle filiere e nelle catene produttive (es. per garantire al consumatore un prodotto a zero emissioni, che richiede una collaborazione specifica tra tutti i soggetti a monte dell'atto di consumo dal produttore al trasportatore, ecc.)

         
         
         
 
 
    Nota metodologica sulla traduzione    
         
   

Una delle difficoltà principali per tradurre il testo è che esso è impostato come un'unica lunghissima frase (di 12 pagine!). Ogni sua parte è quindi grammaticamente monca. Abbiamo preso la decisione di esplicitare un "noi" soggetto di tutte le frasi, che si riferisce alle "Parti che sottoscrivono l'accordo". Potendo solo le nazioni accedere alla sottoscrizione, ci siamo presi la libertà di tradurre "Parties" appunto con Paesi, non senza la speranza che tutti sottoscrivano l'Accordo universale.

Questo "noi" allude anche a "We the peoples" del Preambolo del documento col quale sono state fondate le Nazioni Unite (parole che accendono ancora la speranza di un mondo capace di mobilitarsi "as one" di fronte ai problemi).

   
         
         
         
 
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