Accordo sul clima di Parigi  (COP21 del 2015)   Il Rapporto IPCC su conseguenze e traiettorie socio-tecnologiche con un riscaldamento climatico limitato a 1,5 gradi centigradi

 

   

E' il Rapporto sul clima più importante del decennio. Mette a fuoco un mondo a 1,5 gradi più caldo dell'era pre-industriale. Alcuni paesi sono già li, alcuni danni e dinamiche perverse già visibili, altri sono in rapido avvicinamento, visto che quello in cui viviamo è ancora un mondo ad un grado. Contiene quindi avvertimenti preziosi, inframmezzati da discussioni tecniche e flash di nostalgia per il mondo che ci stiamo lasciando alle spalle.

Le specie animali che si estinguono, in modo irreparabile e irreversibile. La siccità crescente, che riduce l'area coltivabile e il rendimento delle colture, ad esempio in Africa, rendendo invivibile e senza prospettive un continente in fermento. In alcuni punti si parla di cose sconosciute ai più, di luoghi remoti che vediamo solo in tv. Ma fin troppo spesso è invece una foto di famiglia ben riconoscibile quella scattata da lontano dalla comunità scientifica internazionale.

La richiesta centrale del rapporto è di partire da quei paesi e settori che hanno dimostrato la capacità di coltivare ed espandere rapidamente tecnologie e comportamenti a zero emissioni per fare un cambiamento inedito per scala e vastità.

Con questo invito alla lettura, anche sulla scorta della nostra esperienza in prima persona di revisori del testo, vi forniamo alcuni testi a nostro avviso chiave:

Il rapporto integrale IPCC su 1,5 gradi di riscaldamento climatico in un'unico file

Le tre pagine di presentazione alla stampa

Il riassunto fatto dall'UNFCCC

Le cinque pagine più importanti del rapporto (quelle che narrativamente parlano di tre futuri possibili, a seconda del consenso ed efficacia dell'Accordo di Parigi)

Una prima lista di questioni che pensavamo potessero essere toccate dal Rapporto (prima della sua pubblicazione)

Un testo di introduzione al Rapporto - a firma di Sergio Castellari e Valentino Piana, con contributi di Stefano Caserini, Daniele Bocchiola, Sylvie Coyaud e Vittorio Marletto

 

 

     
       
       
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