L'Italia si slancia a candidarsi per ospitare la COP26 del 2020    
   

Con una mossa eclatante, alla COP di Marrakech il Min. Galletti ha proposto il nostro paese come presidenza, organizzazione ed ospitalità della COP26 del 2020, sicuramente un anno simbolico ed importantissimo.

Ci vuole coraggio e determinazione perché il nostro Paese sarà sotto i riflettori, sia per cosa starà facendo che per la capacità diplomatica di portare a buon fine i temi che saranno in agenda.

Bisogna che tutti facciano la propria parte, prima per supportare la candidatura, che potrà dover competere con quella di altri, poi per l'intero percorso di attuazione.

   
         
    In quale città fare l'evento della COP del 2020?    
   

Alla COP23 di Bonn (FIJI), il ministro ha orientativamente indicato Milano come città dove tenere la COP26.

Ci sarà da lavorare.

A suo tempo (un anno fa) scrivavamo:

Dalle prime notizie di stampa, non risulta già determinata quale sia la città dove tenere la COP e quindi in linea di principio ci potrebbe essere una valutazione tra città alternative, sia con una procedura formale, analoga ad esempio alla Capitale Italiana della Cultura, sia tramite dossier presentati spontaneamente dalle città e quindi una scelta, più o meno rapida, da parte del Governo.

   
   

La scelta della Capitale, la più ovvia sul piano della centralità diplomatica, non è sempre quella che è avvenuta negli altri paesi. Il Marocco, ad esempio, ha scelto Marrakech e non Rabat. La Polonia, prima della COP19 di Varsavia, l'aveva tenuta a Poznan. Il Messico a Cancun, non a Città del Messico. Il Sud Africa Durban, non Città del Capo. Insomma, la tradizione è che il Paese ospite è libero di scegliere anche una città diversa, magari turistica o che si presenta con caratteristiche particolari.

In generale, l'Italia è bella tutta e non ha bisogno di una COP per il proprio fascino turistico. Vediamo quindi quali altre caratteristiche potrebbero aiutare.

1. Sicurezza ed accessibilità. La COP21 di Parigi, avvenuta meno di un mese dopo terribili attentati in città, ha convenuto schiere di capi di stato, concentrandoli il medesimo giorno, grazie al fatto di essere stata da subito localizzata entro i confini protetti di un aeroporto militare. Non si può affatto escludere che una simile garanzia possa aiutare anche l'Italia, paese che potrebbe essere percepito - o risultare davvero in qualche data futura - come a rischio terrorismo.

2. Dimostrata e intenzionale azione vigorosa per il clima, possibilmente su tutti i temi (mitigazione, adattamento, mobilitazione finanziaria e tecnologico-produttiva). La città dovrebbe mostrare in pratica cosa vuol dire per i cittadini godere di un'azione ad ampio spettro ed efficace sui temi di cui si parla (per dare un riscontro pratico e dare il buon esempio replicabile).

3. Facilitazione dell'incontro tra domanda e offerta di eco-innovazioni e soluzioni tecniche e sociali, in primis quindi tra gli NDC / NAMA ed i settori in rapida crescita (rinnovabili, mobilità sostenibile, ecc.). Non è necessario che siano imprese locali, ciò che aiuterebbe è una struttura fieristica consolidata, capace di sollecitare ed accogliere imprese interessanti, banche pro-attive, sistemi di partenariato.

4. Ampio coinvolgimento della società civile, inclusi gli ecologisti e i movimenti, che normalmente organizzano marce, sit-in e momenti collettivi, in una logica facilitativa e di utilità del confronto e del conflitto, sempre pacifico.

Ma naturalmente ogni città potrà fare una valutazione su cosa far pesare e come valorizzare i suoi atouts.

Sul piano logistico, occorre saper accogliere i circa 30.000 delegati ufficiali e la società civile può anche portare ad una manifestazione di piazza di grandi dimensioni.

L'accessibilità fisica del luogo dove si tiene la COP, soprattutto ferroviaria e di mobilità sostenibile, è un elemento non decisivo ma da tenere in considerazione, anche eventualmente da migliorare come lascito permanente della COP negli anni successivi.

   
    Predisposizione del dossier di candidatura per COP26    
   

Se pensate che la vostra città possa essere interessata ad organizzare la COP del clima del 2020 e che vi serva una riflessione sul modo con cui predisporre il dossier di candidatura, noi siamo a vostra disposizione: basta una mail.

La candidatura deve infatti essere ben costruita, non solo per superare il vaglio del Governo, ma anche per "battere" i concorrenti, tra cui spicca la Turchia.

   

 

Struttura generale dell'Accordo

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