Note:
         
    Art. 3    
    In termini di "Contributi promessi stabiliti a livello nazionale"  

E' sia un contenuto che una modalità di comunicazione: il Contributo promesso (Intended Nationally Determined Contribution).

 
    tutti i Paesi devono intraprendere e comunicare  

Quindi prima fare e poi comunicare (anche se il fatto che siano contributi promessi indica che la comunicazione ufficiale sarà relativa a ciò che si intende fare nel medio periodo).

 

    sforzi ambiziosi  

L'ambizione è una parola chiave dell'accordo. In fatto ad esempio di mitigazione vuol dire tagli profondi alle emissioni.

La parola "sforzo" non vuol dire certezza di raggiungimento ma nel contempo evita che un obiettivo sia vuoto (cioè se ad essere comunicati fossero solo degli obiettivi per una data remota vi sarebbe il rischio che non succeda niente nel frattempo).

    al fine di raggiungere gli obiettivi di questo accordo, come definiti nell'art. 2   Tre obiettivi di pari dignità
per ciò che viene definito agli articoli:  

quindi non su tutto l'accordo ma solo su alcuni articoli occorre intraprendere e comunicare. Naturalmente lo status degli altri articoli non citati, seppur indebolito, rimane nel loro significato letterale.

 

    4.   il primo dei tre articoli sulla mitigazione
    7.   Adattamento
    9.   Flussi finanziari
    10.   Tecnologia
    11.   Capacity-building, quindi il supporto al cambiamento organizzativo
    13.   Trasparenza ex-ante delle azioni
         
    Gli sforzi di tutti i Paesi cresceranno nel tempo   Principio dinamico dell'Accordo: la progressione nel tempo degli sforzi, che devono già essere "ambiziosi" ma pure lo devono diventare sempre di più
    con il riconoscimento che per l'effettiva implementazione di questo Accordo c'è bisogno di supportare i Paesi in via di sviluppo.   Unico punto di distinzione tra "tutti i Paesi".
         
         
         
         
Commento
   

L'art. 3, pur essendo molto breve, è il cuore dell'Accordo. Esso distribuisce la responsabilità di perseguire gli obiettivi a tutti gli Stati. Si supera una dicotomia che nel Protocollo di Kyoto aveva reso impraticabile l'allargamento del novero degli Stati ad alte emissioni coinvolti nello sforzo di ridurle.

Si riconosce nel contempo che c'è bisogno di aiutare i paesi in via di sviluppo. Da un certo punto di vista, considerate le resistenze interne che molti Paesi sviluppati incontrano a dare un'effettiva priorità al tema, i Paesi dovrebbero aiutarsi l'un l'altro a mantenere gli impegni. Ma è anche giusto non dimenticare le grandissime differenze di PIL pro-capite (e non solo) tra i vari paesi e che si inserisca un elemento di solidarietà che fa giocare meglio tutta la squadra.

 

   
         
 
Struttura generale dell'Accordo
 
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